Cari lettori di Elisa, mi chiamo Barbara* e sono qui per testimoniare quanto  Elisa ha lavorato per me, per far accadere cose positive.
La mia testimonianza è sincera, io sarò imparziale nel raccontare il tutto come è andato.
Io avevo perso mio marito, le solite sbandate che capitano a certi uomini dopo i 50 sarà la voglia di sentirsi giovani, il piacere della "carne fresca", è brutta questa cosa descritta così, lo so.
Mentre scrivo ho una violenta collera verso queste lolite senza scrupoli che hanno la possibilità di trovare ragazzi della loro età e invece devono creare difficoltà a donne che hanno un unica colpa: L'inesorabile trascorrere del tempo che le avvizzisce e le fa sentire meno piacenti.
Veniamo all'accaduto: Mio marito Alberto era sempre stato fedelissimo, innammorato e presente e i nostri figli Ramona e Carlo di 25 e di 23 anni, erano la prova di una famiglia stabile e dai valori incrollabili.
Quel sabato, ricordo ancora come se fosse accaduto ieri, lui mi disse che aveva un incontro con un cliente e doveva cenare con lui.
Essendo mio marito un architetto, non avevo avuto alcun dubbio, così incontrai Marzia una mia carissima amica e decidemmo di andare a mangiare insieme ad un ristorante dove preparavano il cous cous più buono del mondo. Io e Marzia eravamo due sorelle mancate, avevamo io 54 anni e lei 56, portati benissimo per entrambe se non fosse stata un piccolo segno di espressione dovuto all'età e al tanto vivere e tanto da raccontare almeno da parte di Marzia che dopo un matrimonio burrascoso aveva un nuovo amore Tony più giovane di lei di ben 16 anni,l'adorava e non aveva lesinato telefonate quella sera che avevo avuto l'idea di uscire insieme , lui era geloso di lei ed era forse grato del fatto che l'unico figlio di Marzia abitasse fuori città  per lavoro.
A metà serata decisi di far riflettere Marzia che anche se Tony l'amava e convivevano nel loro bellissimo appartamento, e non si sognava di uscire senza di lei, un rapporto così era troppo soffocante, non avevo neanche finito di esordire con la mia predica che Tony puntuale le inviò un sms: " Orsetta ti posso videochiamare? Ti prego sto in ansia, ti amo, chi ci sta qualche cameriere qualcuno che stai guardando o ti sta guardando?"
Iniziai a innervosirmi e non parliamo della  vergogna poichè  la videochiamata divenne di dominio pubblico insieme a tutti le cretinate che loro due si raccontavano.

Intanto io pensavo al fatto che ero fortunatissima con mio marito, lui era una persona "normale", non stressava, aveva fiducia in me ed io riponevo la massima stima e fiducia in lui.

Ritornai a casa, dopo essermi sorbita le telefonate sdolcinate di Marzia, anche se in fondo ero molto preouccupata per lei e per il loro rapporto al limite del morboso.

sola tra le lenzuola..


Le 3 del mattino, allungai pigramente la mano sul cuscino ma Alberto non c'era dopo tanti anni ero sola nel nostro letto.
Accesi la lampada bianca di Murano, regalo di mia suocera e guardai spaesata la stanza.
Presi il cellulare e telefonai ad Alberto, la voce gentile della segreteria mi invitò a lasciare un messaggio, ma mentre riluttante chiedevo a mio marito di chiamarmi, la chiave nella porta mi fece sobbalzare, era lui.
Vidi un uomo spettinato e stanco in viso.
Non parlò, io non parlai io avevo troppo sonno e lui anche, un bacio casto fu l'ultima cosa che ricordo prima di addormentarmi.

Dopo due settimane

Il telefonino vibrava sul tavolo, Alberto era sceso a prendere le sigarette poi saremmo andati dai miei suoceri a pranzo, una piccola bustina lampeggiava era un sms che non avrei mai voluto leggere ma mai mi sarei aspettata: "Ciao ad'architetto + sexy di mondo, mi 6 mancato ieri sera, da tua gattina".
Un brivido gelido mi fece tremare, non sapevo che dire, cancellai il messaggio. Mentre le miei dita tremavano.
Posai il cellulare e non parlai non dissi nulla, stavo male ma mascherai bene.
Dopo due ore mi detti della stupida per non aver salvato il numero.
Rimuginai su tutto, lei sicuramente straniera quell'ignoranza e quel modo di scrivere sms lasciavano trapelare una scarsa conoscenza della lingua italiana, l'età era sicuramente giovane, anche se non avrei mai indovinato l'età e scommetto neanche voi che state leggendo di me e della mia storia che mi ha lasciata senza ossigeno per circa un anno, con conseguenze disastrose.

Giorni dopo
Alberto era sempre più estraneo le cene si intensificarono e insieme al suo assenteismo dentro di me maturò un senso di vendetta, iniziai anche io a tradirlo con un amico comune, Piero, pensavo che sarei stata bene e invece ogni rapporto sessuale con il mio consolatore era sottolineare con un evidenziatore invisibile lo sfacelo della nostra storia.
Ormai mi sentivo una poco di buono, da lì a poco iniziai a farmi consolare anche dall'amico di Piero, e i nostri squallidi terzetti iniziarono a farmi odiare me stessa, volevo compiacere qualcuno o almeno credere dentro di me di essere ancora in grado di piacere a qualcuno. I nostri luoghi insoliti erano il suo garage, e la mia casa al mare, che da polverosa e solitaria era divenuta un'alcova calda e accogliente ma altrettanto squallida.
Mentre meditavo a tutto il male che avevo ricevuto e che stavo facendo presi una lametta di mio marito, e mi procurai un taglio non profondo,
vidi la scia rossa e tante piccole gocce sporcarono il pavimento e insieme a loro piccole gocce trasparenti e salate.
Telefonai a Marzia e la supplicai di recarsi da me, lei non aspettò che io insistessi, dopo una ventina di minuti era da me, è vero che io e lei abitiamo a pochissimi isolati.

Le raccontai tutti in preda ad una disperazione feroce, sentivo il cuore che non batteva più per un attimo pregai di morire, se mio marito aveva fatto pena io l'avevo battuto.
Marzia mi rassicurò e mi disse che dovevo lasciare mio marito, e dirgli che sapevo tutto, non sapevo che lui quella sera avrebbe confessato tutto e se ne sarebbe andato prendendo la sua valigia.

I miei figli non dovevano sapere nulla, per mia fortuna Ramona conviveva e si sarebbe sposata con Matteo l'amore della sua vita il prossimo anno, Carlo studiava in città e alloggiava da mio fratello.
Decisi di comune accordo con il mio ex marito di dire che lui era andato fuori per lavoro.

L'incontro
Dovevo uscire a fare la spesa anche se avevo il magone e mi veniva da piangere chiesi a Marzia di accompagnarmi.
Presi la mia piccola utilitaria e mi recai al supermercato, ricordo ancora gli sforzi di Marzia di farmi sorridere, ma non fu molto brava, apprezzai tutto ciò che fece per me. Mi ricordo che mi regalò delle maschere monouso per il viso e comprammo delle tisane, certe di dedicare la sera a noi stesse.
Da lontano scorsi una figura familiare con una ragazzetta, io cercai di evitarlo ma lui sadicamente si avvicinò a me con la sua amichetta.

"Ciao, scusa ma dovevo vederti, devo ritirare delle cose da casa, lei è
Lila" mi presentò quell'insulsa sgualdrina, la quale con freddezza mi rispose in straniero piacere mio. Lei indossava una minigonna di jeans, che io non mi sarei mai potuta permettere, tanto attillata e corta, una maglietta strettissima su cui scritto " Queen", certo regina delle tr**. Le lacrime non uscirono ma un dolore nello stomaco mi fece parlare in un tono basso.
Mio marito sapeva che io ero perbene e che non avrei fatto scenate, ci pensò Marzia che la chiamò "Pxxxxxa".
Da lì a poco accadde l'inevitabile, mio marito minacciò di fare causa a Marzia, ed io restai ammutolita, la rumena di 18 anni non solo si era portata via mio marito, ma si era anche risentita del nobile titolo meritato. Lui da lontano urlava e gesticolava e lei sorrideva acida, chi mi ha trattenuta ancora non lo so.


Una svolta
Navigando su internet, conobbi Elisa.
Non mi fidavo, pensavo alla solita maga ciarlatana e c'era qualcuno che aveva anche parlato male di lei, per poi capire che dietro c'era qualche altro mago timoroso del fatto che lei è veramente capace di fare quel che scrive nel suo sito, benchè lei stessa abbia qualche piccola insicurezza su i suoi poteri, insicurezza che collegandomi ai miei trascorsi e al suo aiuto è infondata.
Lei senza saper nulla mi raccontò molto di me ed io la supplicai di far tornare mio marito, lei mi disse che dovevo portar pazienza.
Chiesi un lavoro di magia nera e anche rossa, mi feci spiegare in cosa consisteva, al dire la verità Elisa sembrava andare di fretta e mi disse che non dovevo essere ansiosa e dovevo avere fede.
Trascorsero giorni, ma di mio marito neanche l'ombra, anzi vi fu un messaggio da parte del suo avvocato e non fu affatto bello anzi mi si intimava di ridare tutto indietro a mio marito e di lasciare la casa mentre la richiesta di divorzio aleggiava nell'aria, mi sarebbe arrivata dopo una settimana.
Non mi scossi più di tanto, chiamai Elsa che mi disse che avrei avuto una soddisfazione a breve.
Ma non ascoltai presi un taglierino e mi provocai un nuovo taglio, ero patetica che cosa volevo ottenere? Che cosa poteva cambiare, che ricompensa avrei avuto?
Piansi ancora sperando forse di annegare nelle mie stesse lacrime.
Mi sentivo brutta, mi sentivo inutile, stanca vecchia.
Dopo due ore chiamai Elsa, lei fu molto dura e mi sgridò in maniera fredda e mi disse che ero libera di tagliarmi e di sentirmi uno straccio, ma che ciò non mi avrebbe portato indietro lui, e mi disse una frase che mi fece riflettere: "tutti abbiamo un potere, quello di fare il bello e il cattivo tempo dentro di noi".
Meditai dentro di me e pensai che forse io ero davvero l'artefice della mia gioia, fu da quella notte che inizia a sentirmi nuova.


La giustizia esiste.
Avevo smesso di fare sesso con i miei amanti sfruttatori, e anche di tagliarmi, che senso aveva?
Passeggiavo sola, sicura che dopo la tempesta arriva il sole, poi meditavo su delle parole bellissime che mi disse Elisa: " Tu non hai colpa, e più cerchi di vendicarti più ti fai del male, ricorda la cattiva azione è di chi la fa non di chi la riceve."
Mi sentivo più forte da quando c'era Elisa, mi sentivo come galvanizzata.
La soddisfazione arrivò dopo due settimane.
Camminavo solitaria quel pomeriggio, sarei andata a farmi un taglio nuovo di capelli, e magari avrei osato qualche colpo di sole, come aveva detto Elisa, affronta tutto anche le cose brutte ma non puoi permetterti di essere sciatta, lei dava questi piccoli consigli che però erano magici, riusciva a farmi amare di più, certa che chi riceve male dopo deve incassare solo cose belle, e che alla fine la vittima era mio marito che aveva perso l'amore vero per una che sicuramente puntava solo ai suoi soldi e che mai gli avrebbe dato amore, non sapevo quanto Elisa avesse ragione, i suoi consigli diventarono l'unico carburante che mi dette la forza di svegliarmi al mattino, mi consigliò di tenere un diario dove avrei annotato solo cose belle e cose che meritavo di ricevere, lei alla fine mi aveva preso a cuore e anche io a lei, anche se non sapevo che soddisfazione avrei mai potuto ricevere.
Lo scorsi da lontano il mio povero marito vittima di una persona che lo prendeva in giro, se solo gli uomini capissero che la bellezza di una donna senza cervello che mira ai soldi e a farsi mantenere e la loro condanna peggiore, parole di Elsa.

Era dimagrito, stanco e aveva un occhio nero. Mi fece un cenno ed io feci finta di non recepire il suo saluto, ma si avvicinò lui.
"Ciao"
"Ciao, non mi chiedi cosa ho fatto?"
"No anzi appena vuoi ti firmo le carte del divorzio"
"Ti prego amore, io...io ho sbagliato ho commesso un errore gravissimo"
Quelle parole furono, come un balsamo per la mia anima.
"Senti io ho da fare" Tagliai a corto, felice della mia risolutezza e chiamai ad Elisa subito, non fu facile rintracciarla ma alla fine parlai con lei e lei fu gioiosa per me e disse che lei non avrebbe perdonato facilmente ma lui era veramente pentito.

Una sottile dolce vendetta
Alberto inziò a cercarmi tutti i giorni, mi mandava fiori con biglietti talmente dolci da farmi venire il diabete.
Ma uno mi colpì e mi fece riflettere: "Io non so cosa mi sia successo non
ero più padrone dei miei pensieri e delle mie azioni, mi sono svegliato dal mio sonno, ti prego ti amo, perdonami".
Diventai cattiva e sicura di me, ero incurante del fatto che lui si stava lentamente logorando a causa della mia noncuranza e della mia freddezza.
Una sola cosa mi fece piacere, la sgualdrina mi mandò un sms dove diceva che lui l'aveva lasciata ma che lei se lo sarebbe ripresa.
Iniziò un corteggiamento serrato da parte di mio marito che era impressionante, e alla fine cedetti dopo due mesi di indecisioni e di ripensamenti.
Lui aveva ed ha tutt'ora dolci attenzioni per me, ha preso un ufficio nello stabile dove noi abitiamo e tutti i giorni io gli faccio un improvvisata per rassicurarmi e per lasciarci andare a tenere effusioni. Le cene che poi ci sono state con i suoi clienti io ero sempre presente, e lui lasciava il cellulare a casa ma nessuna vibrazione mi ha fatto più trasalire.
Abbiamo deciso di rinnovare il nostro matrimonio con una seconda luna di miele, dove io gli ho confessato il mio rapporto malato a tre, gli ho spiegato di quella piccola cicatrice sull'avambraccio, lui è scoppiato a piangere ed ha detto che si odiava e odiava lei e che avrebbe chiuso con Piero, stava quasi per darsi un pugno da solo e mi ha detto, sono io che non riuscirò mai a perdonarmi ero come stregato ma poi il nostro amore ha vinto, è successo un venerdì mi sono ravveduto.
Io ho pensato ad Elisa e al suo venerdì magico, di quando mi disse che stava operando.
Grazie Elisa e come hai detto tu, a volte la migliore vendetta è il perdono, mi sembra hai detto anche che non può piovere sempre, che tutto si risolve.
Grazie



Nb*  i nomi sono stati cambiati per richiesta della signora e per proteggere l'identità delle parti.